La nuova strategia dell'UE per le piccole imprese dovrebbe poggiare su finanziamenti supplementari, programmi di sviluppo delle capacità e un partenariato più ampio con le amministrazioni locali.
Le piccole imprese hanno bisogno di un'azione più ampia e a più lungo termine dell'Unione europea per espandere le proprie attività, accedere alle gare d'appalto pubbliche e trarre maggiori vantaggi dal mercato unico: questo sostiene il Comitato europeo delle regioni in una serie di raccomandazioni che dovrebbero confluire in una strategia prevista dalla nuova Presidente della Commissione europea.
Le proposte dell'Assemblea UE dei politici locali e regionali, adottate l'8 ottobre, prevedono un adeguamento della definizione di piccole e medie imprese, un accesso agevolato a maggiori finanziamenti dell'UE e un modello di partenariato favorevole alle imprese che presti maggiore attenzione alla dimensione locale e regionale.
Il parere, dal titolo " Il contributo delle regioni e delle città a un nuovo quadro strategico dell'UE per le PMI ", approfondisce una risoluzione adottata nel giugno 2019, in cui il CdR ha chiesto alla nuova Commissione, che dovrebbe entrare in carica a novembre, di "aumentare la capacità delle PMI di innovare, operare a livello transfrontaliero e adattarsi ai nuovi modelli economici" e di "rafforzare la dimensione relativa alle PMI nell'elaborazione delle politiche dell'Unione". Le raccomandazioni sono state formulate da Tadeusz Truskolaski (PL/AE), sindaco della città polacca di Białystok ed ex economista, già relatore di due precedenti pareri sul sostegno dell'UE alle piccole imprese.
Truskolaski ha dichiarato che "lo Small Business Act dell'UE, adottato dieci anni fa, ha rappresentato una svolta" e che "la Commissione uscente ha contribuito in modo rilevante a questo risultato, tra l'altro agevolando l'accesso delle PMI ai mercati dei fondi pubblici e garantendo una forte dimensione regionale e locale alla rete Enterprise Europe . Occorre però colmare le lacune rimanenti e reagire ai nuovi sviluppi, come ad esempio le crescenti aspettative sul ruolo delle piccole imprese nella transizione verso un'economia sostenibile sul piano sociale e ambientale. Nel complesso, il mercato unico rappresenta un successo per l'UE, ma siamo ben lontani da un mercato unico che funzioni veramente per le PMI. Sono pertanto molto lieto che la neoeletta Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen , abbia proposto una nuova strategia per le PMI che rivolge anche una maggiore attenzione alla digitalizzazione di queste imprese" .
"Al momento assistiamo a una polarizzazione economica delle regioni dell'UE, in quanto le imprese più grandi, molte delle quali concentrate nei centri economici nazionali, stanno crescendo più velocemente delle piccole imprese" ha aggiunto. "Di conseguenza, il rafforzamento delle politiche per le PMI aiuterà l'economia europea a diventare socialmente più equa e più inclusiva. Gli enti locali e regionali, le PMI e le loro associazioni dovrebbero svolgere un ruolo più attivo nella definizione e nel coordinamento delle politiche dell'UE. Secondo il CdR, questo è il riflesso della necessità di privilegiare un approccio inizialmente locale e regionale, e solo successivamente nazionale e internazionale. In generale, dovremmo aiutare le piccole imprese ad espandersi e a innovare dal momento in cui cominciano ad operare a livello locale fino a quando fanno il loro ingresso sul mercato mondiale".
Il parere del CdR chiede di aumentare la dotazione finanziaria del programma dell'UE per il mercato unico . "Gli investimenti dell'UE nelle piccole imprese - e, più in generale, nel completamento del mercato unico - apportano ingenti benefici finanziari e sociali per le regioni di tutta l'UE", ha dichiarato Truskolaski, "e le piccole imprese svolgono anche un ruolo fondamentale nella creazione dell'economia circolare in Europa." Ha poi aggiunto che, nella sua regione della Polonia orientale, vi sono raggruppamenti di imprese competitive e innovative attive nella produzione di attrezzature medico-sanitarie, prodotti tessili e programmi informatici che hanno beneficiato degli aiuti dell'UE.
Oltre a chiedere un bilancio più consistente per lo sviluppo del mercato unico, il CdR sostiene che i fondi strutturali e di investimento dell'UE dovrebbero essere progettati su misura per sostenere le PMI e la microimprenditorialità in tutta una serie di programmi. Esorta quindi la Commissione a semplificare le modalità con cui le PMI possono accedere ai fondi dell'UE e a sviluppare programmi che contribuiscano a rafforzare la capacità di fornire sostegno a un ambiente favorevole alle imprese.
Il CdR chiede inoltre di rivedere la definizione di "PMI" attualmente in vigore a livello UE, in modo da avvantaggiare le imprese di medie dimensioni (ossia con un massimo di 500 dipendenti). Sostiene che le imprese di queste dimensioni sono "perfettamente paragonabili, in termini di strutture, alle PMI" (ossia con meno di 250 dipendenti), "ma non godono di alcun trattamento preferenziale rispetto alle grandi società".
Rilevando che le piccole imprese dell'UE sono restie a partecipare agli scambi transfrontalieri e agli appalti pubblici, il parere suggerisce che il riconoscimento di un "bonus" per la loro origine locale e regionale potrebbe incoraggiare queste imprese a presentare un numero maggiore di offerte. Il 9 ottobre il CdR ha adottato un parere distinto sugli appalti pubblici, preparato da Thomas Habermann (DE/PPE) e basato sul feedback di una rete di 36 regioni dell'UE , dall'Alentejo in Portogallo alla Mazovia in Polonia.
Nella nuova Commissione europea si prevede attualmente che la responsabilità della politica per le PMI sia ripartita fra tre commissari: Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per Un'Europa pronta per l'era digitale e commissaria per la concorrenza; Valdas Dombrovskis, vicepresidente esecutivo per Un'economia al servizio delle persone e commissario per i servizi finanziari; Sylvie Goulard, commissaria per il mercato interno.
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