In una serie di raccomandazioni adottate il 4 luglio in merito alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera alimentare, il Comitato europeo delle regioni (CdR) sostiene che l'UE deve garantire in misura maggiore i redditi degli agricoltori. Le proposte formulate dal CdR permetteranno di ridurre gli effetti negativi derivanti dalla forte volatilità dei prezzi, al fine di mantenere l'agricoltura in tutti i territori dell'Unione europea e di preservare un tessuto rurale dinamico.
Il parere in questione, elaborato da Jacques Blanc (FR/PPE), sindaco di La Canourgue, e adottato a larga maggioranza nella sessione plenaria del CdR, raccomanda in particolare di ampliare sia l'ambito di applicazione della direttiva che l'elenco delle pratiche sleali vietate a tutti i soggetti della filiera alimentare. Propone inoltre di inserire nella direttiva un divieto assoluto di mettere in atto pratiche commerciali sleali, divieto che rappresenterebbe una risposta ad eventuali future pratiche abusive
Se il Comitato europeo delle regioni accoglie con favore questa iniziativa della Commissione che consiste nel definire una legislazione europea volta a contrastare le pratiche commerciali sleali, come auspicato dallo stesso CdR nel parere sulla regolazione della volatilità dei prezzi agricoli, ritiene però che l'adozione della direttiva non basterà a migliorare la condizione degli agricoltori se non si provvede a modificare il quadro globale in cui essi operano.
Davanti a tale constatazione, il relatore generale Jacques Blanc sottolinea che "sarà inoltre necessario rendere la contrattualizzazione attraente per i produttori, definire misure complementari in materia di trasparenza dei prezzi, lottare contro l'eccessiva concentrazione della distribuzione, dell'agroalimentare e della fornitura di fattori produttivi per l'agricoltura e, infine, sviluppare relazioni commerciali internazionali più eque nel settore agricolo".
Oggi i redditi degli agricoltori sono inferiori del 40 % rispetto al salario medio. Attualmente il valore di un prodotto agricolo è così ripartito: l'agricoltore ne percepisce in media il 21 %, il trasformatore il 28 % e il distributore il 51 %. Secondo i leader locali, occorre intervenire per invertire questa tendenza e aumentare il valore destinato all'agricoltura nelle spese alimentari delle famiglie, come raccomandato nel parere del CdR sulla PAC dopo il 2020.
Per saperne di più:
Parere del CdR sulla PAC dopo il 2020
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