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Migrazione in Europa: l'UE deve agire di concerto e fare di più per sostenere gli enti locali  

L'Unione europea deve rafforzare il sostegno alle città e alle regioni come pure ai paesi di frontiera, che sono in prima linea nella gestione della migrazione: questo è il messaggio formulato dal Comitato europeo delle regioni il 22 marzo. L'Assemblea dei rappresentanti politici locali e regionali ha espresso particolare preoccupazione per le sfide cui sono confrontate le isole e le regioni costiere del Mediterraneo e ha chiesto una maggiore condivisione delle responsabilità a livello europeo e un aumento degli investimenti.

L'Assemblea ha chiesto che gli enti locali e regionali siano coinvolti in tutte le fasi di elaborazione e di attuazione delle politiche dell'UE in materia di migrazione, in virtù del loro ruolo di accoglienza e integrazione dei nuovi arrivati. Oltre a chiedere maggiori finanziamenti, formazione e sostegno tecnico per le città e le regioni, il Comitato europeo delle regioni ha proposto che l'UE valuti la possibilità di "trasferire la competenza per il trattamento delle richieste di asilo dal livello nazionale a quello unionale".

Queste raccomandazioni sono state formulate in un parere elaborato da Dimitrios Kalogeropoulos (EL/PPE), delegato del comune di Palaio Fàliro vicino ad Atene, e sono state adottate al termine di un dibattito cui ha partecipato Dimitris Avramopoulos , commissario europeo per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza.

Karl-Heinz Lambertz , Presidente del Comitato europeo delle regioni (CdR), ha dichiarato che "gli enti locali e regionali sono in prima linea nella gestione e nell'integrazione di migranti e rifugiati e hanno bisogno di un sostegno molto maggiore. Ogni Stato membro dell'UE deve assumersi la propria responsabilità, per non lasciare che siano solo alcuni paesi e comunità a dover gestire questa situazione. I migranti e rifugiati non sono numeri: sono persone da proteggere. Si tratta di una sfida di portata europea che richiede investimenti europei, ed è per questo che occorre aumentare il prossimo bilancio dell'UE dopo il 2020, mentre i fondi regionali dell'UE - la politica di coesione che sostiene l'inclusione sociale - devono continuare a essere un pilastro fondamentale del futuro dell'Europa."

Intervenendo nel dibattito in plenaria, il commissario Avramopoulos ha affermato la necessità di un " ripensamento radicale " dell'integrazione dei migranti in Europa in tutti gli ambiti politici, come pure di un migliore accesso ai fondi dell'UE per le città e le regioni. "Gli enti locali e regionali svolgono un ruolo positivo nella creazione di spazi di scambio tra migranti e società, garantendo l'inclusione sociale e una partecipazione attiva alla società di accoglienza. Ma non possono e non devono farlo da soli."

"Gli enti locali e regionali europei ritengono, in generale, che negli ultimi due anni l'UE abbia fatto passi avanti nella giusta direzione, ma, in pratica, esistono tuttora delle difficoltà per le comunità locali come pure per i rifugiati e i migranti", ha affermato Kalogeropoulos . "Vi sono forti tensioni sociali, gli enti locali fanno fatica a gestire la situazione e il livello di consultazione e di coordinamento tra i livelli di governo (locale, nazionale ed europeo) e con le ONG è ancora troppo basso. Gli obiettivi dell'UE di offrire condizioni ragionevoli ai rifugiati e migranti per trattare rapidamente le domande di asilo non sono stati pienamente realizzati, e alcuni Stati membri ignorano gli accordi per l'equa ricollocazione dei richiedenti asilo in tutta l'UE. Abbiamo urgente bisogno di un impegno a lungo termine, da parte dei governi nazionali e dell'UE, ad aumentare i finanziamenti per le città e le regioni e a perseguire una politica globale che renda gestibile il fenomeno della migrazione."

Nel corso del dibattito, in cui si è parlato anche delle tendenze migratorie, delle esperienze dei rifugiati e degli sforzi volti a integrare i nuovi arrivati nel mercato del lavoro europeo, hanno preso la parola Laura Thompson , vicedirettrice generale dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, Elisabeth Bartke , dell'Associazione delle camere di commercio e industria tedesche, e Anila Noor , rifugiata e membro del Comitato consultivo europeo dei migranti.

Nota per la stampa:

Il parere, intitolato "Attuazione dell'agenda europea sulla migrazione", esamina i progressi compiuti dall'UE per quanto riguarda le sue priorità di politica migratoria sin dal 2015. Il CdR è favorevole a molte delle azioni intraprese dall'UE e descrive la riforma dell'attuale sistema di asilo come "essenziale". Richiama l'attenzione, tuttavia, sui punti deboli e sulla necessità di un'azione più incisiva, in particolare per alleviare la pressione sulle isole e le regioni più colpite e per affrontare le difficoltà di valutazione delle domande di asilo. Suggerisce quindi di considerare la possibilità di "trasferire la competenza per il trattamento delle richieste di asilo dal livello nazionale a quello unionale". Il parere afferma che gli enti locali e regionali hanno bisogno di maggiori finanziamenti e chiede che tali enti siano coinvolti in tutte le fasi di elaborazione e attuazione dell'agenda sulla migrazione. Sostiene la necessità di rafforzare le competenze di una nuova agenzia dell'UE - l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera - e di potenziare l'operazione navale dell'UE Sophia, e sottolinea che occorre impegnarsi per mettere a punto un "piano d'azione" in grado di sconfiggere il traffico di esseri umani e la tratta degli schiavi, sviluppatasi in Nord Africa come conseguenza della migrazione. Condivide l’approccio dei "punti di crisi" (hotspot) per la gestione dei flussi migratori di dimensioni eccezionali, attraverso i quali le agenzie dell’UE possono intervenire rapidamente per aiutare gli Stati membri in prima linea sul fronte della migrazione, e osserva che la presenza di hotspot sul territorio dei paesi terzi potrebbe essere "importante" per creare dei "canali sicuri" di migrazione. Rileva, tuttavia, che è necessario elaborare delle direttive per i gestori degli hotspot, con il contributo degli enti locali e regionali.

Il CdR ha adottato nel 2015 un parere sull'Agenda europea sulla migrazione. Da allora ha formulato delle raccomandazioni sulla riforma del sistema europeo comune di asilo, sulla migrazione legale e sull'integrazione dei migranti. Ha poi affrontato le preoccupazioni circa i rischi di emarginazione, adottando delle raccomandazioni sulla lotta alla radicalizzazione.

Il Presidente Lambertz ha scritto al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk il 21 febbraio 2018 per chiedere che il bilancio dopo il 2020 sia in grado di rispondere alle ambizioni dell'Europa. Il Comitato europeo delle regioni chiede di innalzare il tetto di spesa del prossimo bilancio, portandolo all'1,3 % del reddito nazionale lordo dell'UE-27 grazie ai contributi degli Stati membri e alle nuove risorse proprie dell'Unione. Il Presidente Lambertz ha descritto la politica di coesione dell'UE come "lo strumento europeo più efficace per affrontare le sfide attuali: l'azione per il clima, le migrazioni, la crescita sostenibile, la ricerca e l'innovazione".

Il piano per gli investimenti esterni dell'UE è volto a rilanciare gli investimenti nel vicinato dell'UE e in Africa, in particolare nei paesi fragili, colpiti da conflitti e violenze, alcuni dei quali sono proprio i paesi di origine dei migranti irregolari. La Commissione europea contribuirà con 4,1 miliardi di euro, al fine di stimolare oltre 44 miliardi di euro di investimenti entro il 2020.

• Da un recente studio sulla migrazione globale condotto dalla Commissione europea, risulta che la popolazione migrante è in costante aumento nel mondo. Mentre cresce il numero di persone costrette a scappare da conflitti o persecuzioni, le catastrofi ambientali sono una causa ancora maggiore di tali migrazioni. In generale, il fenomeno della migrazione è diventato più complesso, e lo sviluppo economico stimola la migrazione a breve termine. La migrazione è diventata un grande affare, facilitato dalle tecnologie digitali. A livello globale, la migrazione è principalmente un fenomeno urbano, poiché un migrante su cinque vive nelle 20 maggiori città del mondo. Dei migranti che arrivano nell'UE, più della metà si sposta per ricongiungersi con la propria famiglia o per motivi umanitari. I migranti altamente qualificati si dirigono principalmente verso altri paesi dell'OCSE piuttosto che verso l'UE. Il numero di migranti irregolari che arrivano via mare è sensibilmente diminuito (160 000 nel 2017): ciò nonostante l'immigrazione resta la seconda principale causa di preoccupazione dei cittadini europei (dopo il terrorismo), mentre era la prima nel periodo 2014-16.

Contatti stampa:

Andrew Gardner

Tel. +32 473 843 981

andrew.gardner@cor.europa.eu

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