Orizzonte 2020, che è l'attuale programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione (R&I), è stato un successo, ma sono necessari ulteriori sforzi per potenziare la R&I europea al di là di quanto previsto dal programma quadro. In sintesi, questo è il messaggio che il relatore del Comitato europeo delle regioni e quello del Parlamento europeo hanno voluto trasmettere giovedì scorso. La Commissione europea sta attualmente conducendo una valutazione intermedia del programma Orizzonte 2020 che servirà da punto di partenza per una riflessione sul nuovo programma dell'UE per la R&I oltre il 2020.
Lo scorso 8 giugno la commissione SEDEC del CdR ha adottato il progetto di parere in cui si chiede che la R&I torni ad essere una priorità strategica e di bilancio. Il relatore - Christophe Clergeau (FR/PSE), membro del consiglio regionale dei Paesi della Loira - ha sottolineato che la dotazione di bilancio per il prossimo programma quadro dovrebbe essere aumentata fino ad almeno 120 miliardi di euro, senza per questo compromettere la politica di coesione nel cui ambito andrebbe attribuita una priorità superiore alla R&I. Questa posizione è in sintonia con quella del Parlamento europeo, la cui relatrice Soledad Cabezón Ruiz (ES/S&D) ha evidenziato che "sarà possibile realizzare l'Europa dell'eccellenza solo attraverso una maggiore coesione".
Pertanto, per il Comitato europeo delle regioni l'obiettivo di colmare il divario in materia d'innovazione tra le regioni e tra gli Stati membri assume una rilevanza cruciale. Il parere elaborato da Clergeau, che sarà adottato nella sessione plenaria dell'11 luglio, sottolinea che il programma quadro deve non solo contribuire a rafforzare le competenze in termini di R&I delle città e delle regioni, ma anche promuovere la capacità di tutte le regioni a partecipare al programma Orizzonte 2020 mediante progetti di alta qualità.
"È importante promuovere un approccio basato sull'eccellenza che sia profondamente radicato nelle città e nelle regioni, che non generi esclusioni o un'eccessiva concentrazione e che lasci un margine per l'ingresso di nuovi partecipanti", ha affermato il relatore del CdR.
Il progetto di parere mira inoltre ad apportare chiarimenti al dibattito sulle sinergie tra la politica per la R&I e altre politiche dell'UE, in quanto si ritiene che tali sinergie debbano essere fondate sui principi di coerenza, compatibilità, complementarità e costruzione congiunta, oltre che sul principio degli ecosistemi. "Il coinvolgimento delle città e delle regioni nell'elaborazione congiunta dei programmi di R&I è d'importanza cruciale, dato che in questo modo è possibile amplificare l'impatto del programma quadro e accrescerne la rilevanza per le specificità locali e regionali", ha dichiarato il relatore Clergeau, aggiungendo che è necessario potenziare il sostegno alla cooperazione interregionale e alla specializzazione intelligente.
Secondo il progetto di parere, il valore aggiunto europeo del programma quadro si fonda essenzialmente sulla sua dimensione collettiva e collaborativa, oltre che sul suo contributo alla creazione di una rete tra ricercatori ed ecosistemi dell'innovazione. Pertanto l'eccellenza dovrebbe essere misurata non soltanto in rapporto al suo impatto scientifico, ma anche per la sua capacità di contribuire sia all'innovazione di tipo aperto e collaborativo che allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, oltre ad assicurare l'occupazione e il benessere degli abitanti delle città e delle regioni.
Nella riunione di giovedì scorso la commissione SEDEC del CdR - che si occupa di temi in materia di Politica sociale, istruzione, occupazione, ricerca e cultura - ha inoltre discusso i seguenti argomenti:
• Coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale (relatrice: Ulrike Hiller, DE/PSE). Il progetto di parere accoglie con favore la revisione delle norme in materia di coordinamento della sicurezza sociale e, alla luce della crescente mobilità dei cittadini dell'UE, chiede un rafforzamento delle reti regionali di consulenza e sostegno. La prevista estensione della durata dell'esportabilità delle prestazioni di disoccupazione da tre a sei mesi è considerata un fattore positivo, anche se il relatore si dichiara preoccupato per la disposizione speciale relativa ai periodi lavorativi inferiori a dodici mesi. Nel parere si sottolinea inoltre che tutti i cittadini dell'UE dovrebbero avere diritto alle prestazioni sociali e familiari del paese in cui sono ufficialmente residenti o soggetti al pagamento delle imposte.
• Costruire un'economia dei dati europea (relatore Kieran McCarthy, IE/AE). Trovare un punto di equilibrio tra trasparenza e limitazioni, promuovere le potenzialità insite nel regolamento generale sulla protezione dei dati, sviluppare la produzione di flussi di dati e migliorare l'interoperabilità: questi sono i punti fondamentali del progetto di parere, che giunge alla conclusione che bisognerebbe riconoscere in misura maggiore il ruolo delle città e delle regioni nell'attuazione sostenibile dell'agenda digitale e nella costruzione dell'economia dell'UE.
• Pilastro europeo dei diritti sociali e dimensione sociale dell'Europa. Nel corso di un dibattito condotto dal relatore generale Mauro D'Attis (IT/PPE) e dal vicepresidente del CdR Karl Heinz Lambertz, i membri del Comitato hanno sottolineato che il consolidamento della dimensione sociale delle politiche dell'UE costituisce un fattore essenziale per riconquistare la fiducia dei cittadini nel progetto europeo. Il rafforzamento della coesione sociale e la convergenza verso l'alto tra gli Stati membri e le regioni potrebbero risolvere molti dei problemi cui l'UE è posta di fronte, dalla fuga di cervelli alla concorrenza sleale nel mercato unico. Il parere del relatore D'Attis sarà adottato ad ottobre, in tempo utile per il vertice sociale dell'UE che si terrà il 17 novembre a Göteborg (Svezia).
La prossima riunione della commissione SEDEC si terrà a Timișoara (Romania) nei giorni 28 e 29 settembre. In vista dell'Anno europeo del patrimonio culturale, proclamato per il 2018, verrà dedicata una particolare attenzione alla questione del patrimonio culturale quale motore di sviluppo economico e di coesione sociale.