Il Comitato europeo delle regioni accoglie con favore la proposta legislativa di revisione della direttiva sull'acqua potabile presentata dalla Commissione europea il 1º febbraio scorso, chiede un regime di valutazione uniforme a livello dell'UE per materiali e prodotti che entrano in contatto con l'acqua potabile. Riguardo alle microplastiche, le città e le regioni raccomandano un monitoraggio rigoroso, poiché queste sostanze rappresentano un rischio evidente per la salute. I membri convengono sul fatto che l'UE dovrebbe impedire qualsiasi forma di liberalizzazione della distribuzione di acqua e di concorrenza sulle reti idriche, poiché un'acqua potabile pulita e sana è un servizio pubblico essenziale. La rifusione della direttiva sull'acqua potabile rientra nel piano d'azione UE per l'economia circolare. Si tratta anche di una risposta a "Right2Water", la prima iniziativa dei cittadini europei ad aver raccolto il numero di firme necessarie, presentata nel dicembre 2013. Quasi 2 milioni di cittadini avevano chiesto alla Commissione europea di migliorare la legislazione per garantire "l'accesso universale ad un'acqua potabile pulita e sana quale servizio pubblico essenziale".
Il Comitato europeo delle regioni ha adottato un parere sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, elaborato dal relatore Mark Weinmeister (DE/PPE), sottosegretario del Land Assia con delega agli Affari europei. Intervenendo in plenaria, Weinmeister ha dichiarato che "l'acqua è essenziale per la vita, ed è compito degli enti locali e regionali garantire un approvvigionamento adeguato, sicuro e accessibile. L'accesso ad un'acqua sicura e sana per tutti è il servizio pubblico più essenziale. Ecco perché dobbiamo essere più ambiziosi e allineare la direttiva dell'UE con gli orientamenti dell'OMS".
L'Assemblea UE dei rappresentanti regionali e locali è favorevole alla proposta della Commissione europea, in quanto mira a garantire acqua potabile di alta qualità per tutti i consumatori in linea con l'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 6 delle Nazioni Unite: "garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell'approvvigionamento idrico e dei servizi igienico-sanitari per tutti".
Tuttavia, il parere mette in guardia su una serie di possibili problemi di attuazione che le città e le regioni invitano i legislatori a prendere in considerazione. I membri del Comitato europeo delle regioni:
• non condividono la proposta della Commissione europea di sopprimere dalla normativa i parametri indicatori che determinano i requisiti di igiene per l'acqua potabile in relazione all'odore, al sapore e ai processi di trattamento, e chiedono di reinserirli nel testo;
• esortano i legislatori dell'UE a rettificare il testo e a garantire che tutti i consumatori godano dello stesso livello di tutela della salute e di qualità dell'acqua potabile, tenuto conto che la normativa proposta non si applica ai fornitori che erogano meno di 10 m³ al giorno o approvvigionano meno di 50 persone, escluse le attività commerciali o pubbliche;
• invitano la Commissione ad elencare e definire tutti i fornitori cui si applica la direttiva, a prescindere dalle loro dimensioni, considerando che gli obblighi di comunicazione e la frequenza dei controlli per i fornitori con una capacità inferiore a 500 m³ al giorno dovrebbero essere proporzionati ed efficaci;
• chiedono che sia il livello del superamento dei valori di parametro a determinare il rischio sanitario, nel rispetto del principio di proporzionalità e dell'approccio cautelativo dell'OMS, e invitano la Commissione europea a fissare valori di parametro più elevati, in linea con quelli raccomandati dall'OMS;
• chiedono che il principio di precauzione sia reintegrato nella nuova proposta insieme con le disposizioni relative a talune "deroghe" per gli Stati membri;
• sottolineano la propria preoccupazione per la mancanza di metodologie comuni per misurare le microplastiche e determinare il loro impatto sulla salute;
• ricordano che la proposta della Commissione europea non fornisce una definizione dei "valori di riferimento da prevedere in via precauzionale".
Date le competenze di cui dispongono in materia di gestione e distribuzione dell'acqua per il consumo umano, gli enti locali e regionali svolgono un ruolo chiave nella fornitura di acqua di rubinetto sana e sicura per tutti i cittadini. La nuova direttiva deve definire il quadro e i meccanismi per aiutare i governi locali a raggiungere tale obiettivo.
Informazioni supplementari:
La qualità delle acque destinate al consumo umano è attualmente disciplinata nell'UE dalla direttiva 98/83/CE. Il 1º febbraio 2018 la Commissione europea ha adottato una proposta di revisione della direttiva sull'acqua potabile volta a migliorare la qualità dell'acqua potabile e a garantire un migliore accesso e informazioni ai cittadini.
Right2Water è la prima iniziativa dei cittadini europei ad aver raccolto il numero di firme necessarie (almeno un milione di firme di cittadini europei adeguatamente convalidate in almeno sette Stati membri). L'iniziativa, che è stata presentata alla Commissione il 20 dicembre 2013, sostiene che "la legislazione dell'Unione europea deve imporre ai governi di garantire e fornire a tutti i cittadini, in misura sufficiente, acqua potabile pulita e servizi igienico-sanitari". Right2Water chiede che 1. le istituzioni dell'Unione europea e gli Stati membri siano tenuti ad assicurare a tutti i cittadini il diritto all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari; 2. l'approvvigionamento in acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non siano soggetti alle "logiche del mercato unico" e che i servizi idrici siano esclusi da qualsiasi forma di liberalizzazione; 3. l'UE intensifichi il proprio impegno per garantire un accesso universale all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari. Maggiori informazioni sull'iniziativa.
Contatti stampa: David Crous | david.crous@cor.europa.eu | +32 470 88 10 37