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Cibo, prodotti agricoli e vini: pieno sostegno di città e regioni a procedure più semplici per le indicazioni geografiche e una protezione più efficace contro le frodi  

Regole migliori e un ruolo rafforzato dall'Ufficio UE per la proprieta intellettuale sono fondamentali per preservare l'essenza del patrimonio culturale e gastronomico europeo. Assessore Caputo: "serve nuova strategia che rafforzi anche il ruolo dei consorzi"

Nel parere adottato il 30 novembre in sessione plenaria, il Comitato europeo delle regioni (CdR) sostiene la proposta della Commissione europea di riunire i tre regimi delle indicazioni geografiche (IG) in un sistema unico con disposizioni comuni per i prodotti agricoli e alimentari, i vini e le bevande spiritose. Il CdR accoglie con particolare favore la proposta di delegare parte dell'esame delle domande all'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), che dispone di strumenti efficienti da poter mettere al servizio dei produttori di IG per semplificare le procedure di registrazione, oltre che per migliorare il controllo delle IG e combattere le frodi.

Le indicazioni geografiche (IG) fanno parte del patrimonio culturale e gastronomico dell'Unione europea e rappresentano un volume di vendite di 74,76 miliardi di euro, pari al 15,5% del totale delle esportazioni agroalimentari dell'UE. In un periodo come quello attuale in cui i prezzi delle materie prime agricole registrano un'impennata, le filiere di produzione di qualità hanno un forte impatto sull'attività economica e sociale delle regioni in cui sono integrate, portando stabilità alle economie regionali.Le indicazioni geografiche permettono inoltre di sviluppare gli investimenti, la ricerca e l'innovazione nei territori e di garantire che i produttori ricevano un giusto ritorno economico.

Durante il suo intervento in aula, l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo (IT/Renew Europe) ha sottolineato che "le indicazioni geografiche vanno difese e potenziate: la loro centralità nel sistema agroalimentare europeo è indiscussa. Serve però una nuova strategia, che guardi ad aspetti come l’integrazione con le tante nuove regole europee anche nel quadro della strategia 'Farm to Fork', della comunicazione innovativa, e alla maggiore incisività nella grande distribuzione. Un primo passo va fatto nel rafforzare il ruolo dei consorzi, non solo per la tutela, ma anche a livello commerciale e di comunicazione dei brand".

Paolo De Castro (IT/S&D), relatore sulla riforma delle indicazioni geografiche per il Parlamento europeo, ha evidenziato durante il dibattito: "Non siamo di fronte a una rivoluzione, bensì all'evoluzione di un sistema che non ha equivalenti nel mondo, e che funziona generando valore senza che sia necessario investire neppure un euro di finanziamento pubblico. Per migliorare realmente la situazione dei nostri produttori di qualità, la nostra azione si articola intorno a quattro assi principali: rafforzamento del ruolo delle associazioni di produttori; maggiore protezione; semplificazione e precisazione del ruolo dell'EUIPO; sostenibilità. Per la prima volta, questa proposta di regolamento ci offre la possibilità di elaborare un testo unico per tutti i prodotti di qualità, pur salvaguardando le specificità di ciascun settore. Auspico che nelle prossime settimane tutti possano contribuire a migliorare la proposta, di modo che il lavoro fatto non rappresenti un'opportunità per alcuni e un'occasione perduta per altri".

La relatrice del parere Karine Gloanec-Maurin (FR/PSE), consigliera comunale di Couëtron au Perche (dipartimento del Loir-et-Cher), ha dichiarato: "Le indicazioni geografiche sono parte dell'essenza stessa dell'identità europea: chi potrebbe mai immaginare la Francia senza champagne, l'Italia senza parmigiano o la Spagna senza jamón ibérico? Le IG hanno plasmato i nostri territori e ancora oggi svolgono un ruolo fondamentale a favore dello sviluppo rurale, dal momento che garantiscono un reddito migliore ai produttori e contribuiscono all'attrattiva delle zone rurali. Sono il modello da seguire per lo sviluppo di un'agricoltura europea di qualità. È proprio per questo che il CdR ha sostenuto l'evoluzione del sistema delle IG verso un approccio volontario a favore della sostenibilità al fine di incoraggiare i produttori e le associazioni di produttori a impegnarsi maggiormente nel processo di transizione sostenibile".

Contesto:

Al 1º gennaio 2021 a livello di UE e degli Stati membri erano registrate 3 306 indicazioni geografiche. Tre Stati membri rappresentano più della metà delle IG registrate: l'Italia (858 IG), la Francia (734) e la Spagna (354), seguiti da Grecia (270), Portogallo (190) e Germania (167).

La maggior parte delle IG è stata registrata nei settori vitivinicolo e dei prodotti agricoli e alimentari (rispettivamente il 49 % e il 44 % dei nomi registrati). Le bevande spiritose rappresentano il 7 % delle IG registrate e i prodotti vitivinicoli aromatizzati lo 0,2 %.

Contatti stampa:

Marie-Pierre Jouglain

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Matteo Miglietta

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