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Presidente del CdR e il sindaco di Londra: evitare una Brexit senza accordo, ‎ dannosa e capace di innescare una spirale negativa per le regioni e le città dell'UE e del Regno Unito  

Il gruppo di contatto Regno Unito-UE presieduto dal presidente della regione Bretagna punta

a rafforzare i partenariati locali e regionali, e a garantire un adeguato sostegno finanziario

dell'UE alle regioni più colpite

Nel corso di un dibattito online a Bruxelles, il Presidente del Comitato europeo delle regioni (CdR), Apostolos Tzitzikostas, e il sindaco di Londra, Sadiq Khan, hanno invitato i negoziatori del Regno Unito e dell'UE a proseguire i colloqui fino alla conclusione di un accordo commerciale, avvertendo che una mancata intesa avrebbe un impatto catastrofico e innescherebbe una spirale deleteria "a perdere" per molte regioni e città dell'UE e del Regno Unito. Il sindaco di Londra ha chiesto una proroga immediata del periodo di transizione qualora non si arrivi a un accordo commerciale nell'ambito dei negoziati in corso. I governi locali e regionali dell'UE e del Regno Unito si sono anche impegnati a intensificare i loro sforzi congiunti per attenuare gli effetti della Brexit e continuare a cooperare anche in futuro su temi quali la lotta ai cambiamenti climatici e la migrazione.

A meno di tre settimane dalla fine del periodo di transizione del Regno Unito e con il futuro accordo commerciale tra l'UE e il Regno Unito sul filo del rasoio, i leader locali e regionali dell'UE e il sindaco di Londra hanno espresso preoccupazione per le gravi conseguenze di un mancato accordo. Si sono impegnati a collaborare strettamente per garantire che l'impatto territoriale della Brexit sia regolarmente valutato, e a cooperare in futuro in settori di reciproco interesse.

Apostolos Tzitzikostas , Presidente del CdR e presidente della regione greca della Macedonia centrale, ha avvertito: " Un mancato accordo sarà catastrofico per molte regioni e darà luogo a un mix esplosivo per le economie regionali in questa situazione di pandemia. Gli enti locali e regionali saranno i primi ad assistere alle conseguenze di questo ultimo negoziato sulla Brexit sulla vita delle persone. Ci vorranno molti anni per stabilire nuovi confini e capire che cosa significhi questa separazione per tutti noi. Insieme al comune di Londra, le città e le regioni del Regno Unito e dell'UE lavoreranno fianco a fianco per trovare il modo di attenuarne e mitigarne l'impatto sulle nostre rispettive comunità ".

Intervenendo nel dibattito, il sindaco di Londra Sadiq Khan ha osservato che " la Brexit è ormai una realtà e bisogna guardare al futuro, non al passato. Dobbiamo lavorare insieme su sfide comuni, in tutte le città, regioni e paesi. Voglio fare in modo che Londra resti un partner fondamentale per Bruxelles e per ogni città, regione e nazione europea. Se non sarà possibile raggiungere un accordo commerciale nei prossimi giorni, esorterò Boris Johnson e l'UE a prorogare il periodo di transizione. Un mancato accordo non dovrebbe neppure essere un'opzione. Si tratterebbe infatti di una situazione "a perdere" sia per il Regno Unito che per l'UE, con gravi costi in termini di posti di lavoro, calo della crescita e impatto sul tenore di vita in tutta Europa, proprio in questo momento cruciale nella lotta contro la pandemia ".

I membri del CdR hanno discusso delle modalità per mantenere e sviluppare le relazioni con le amministrazioni decentrate del Regno Unito e con gli enti locali e regionali in Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord e Gibilterra. Il presidente del gruppo di contatto CdR-Regno Unito, Loïg Chesnais-Girard (FR/PSE), presidente del consiglio regionale della Bretagna, ha dichiarato: "Gli enti locali e regionali di ambo i lati della Manica condividono un interesse nel limitare i danni provocati alle loro economie regionali e locali. A tal fine dobbiamo sostenere la cooperazione transfrontaliera nei nostri contatti con i governi nazionali e l'UE. All'interno dell'UE, la riserva di aggiustamento per la Brexit ci permette di attenuare lo shock per le zone più colpite. Invito l'UE a essere pronta a mettere a disposizione più risorse se (com'è probabile) l'impatto della Brexit sarà superiore ai 5 miliardi di euro. Questo cocktail Covid-Brexit è molto, molto tossico, e dobbiamo restare uniti, sia sul piano economico che su quello politico".

Nel pieno dei negoziati in corso tra il Regno Unito e l'UE, anche Michel Barnier , capo della task force per le relazioni con il Regno Unito , ha trasmesso il suo messaggio: "Stiamo ancora lavorando per un partenariato ambizioso tra l'UE e il Regno Unito che aiuti le persone, le comunità locali, e anche le imprese e le regioni, a continuare a cooperare al meglio anche in futuro. Ma, pur rimanendo aperta a soluzioni reciprocamente vantaggiose, com'è sempre stata, l'UE non intende arrivare a un accordo a ogni costo. Ogni eventuale accordo dovrebbe preservare il nostro mercato unico e gli interessi economici a lungo termine dei cittadini, delle imprese e delle regioni dell'UE. Per il momento, vi sono ancora notevoli divergenze sulle ben note questioni della parità di condizioni, della governance e della pesca. I prossimi giorni saranno molto importanti. In ogni caso, dovremmo tutti continuare a prepararci a ogni possibile scenario, compreso un mancato accordo il 1º gennaio 2021".

Contesto generale

Nel 2018 il CdR ha condotto una serie di indagini sugli effetti della Brexit presso i suoi membri e altri enti locali e regionali e camere di commercio locali, i cui risultati sono pubblicati in una relazione consolidata. Tra questi figurano i risultati di uno studio dei settori e delle regioni più esposti ai cambiamenti nelle relazioni economiche con il Regno Unito. Per quanto riguarda i settori, i più esposti risultavano essere l'alimentare, i veicoli di trasporto, i macchinari, l'elettronica, il tessile e il mobilio. Tra le regioni figuravano tutte le regioni irlandesi, l'Alta Francia e la Bretagna in Francia, le regioni della Piccola Polonia e di Lublino in Polonia, il Land Assia in Germania, le Fiandre in Belgio e l'Andalusia in Spagna. Sono stati anche individuati singoli settori industriali particolarmente a rischio nelle regioni italiane Emilia-Romagna, Toscana e Marche, nelle regioni francesi Midi-Pirenei e Alvernia, nonché in altre regioni di Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Cechia, Romania, Bulgaria e Grecia.

Contatti stampa:

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