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Bilancio dell'UE: i tagli alla politica di coesione mettono a rischio gli impegni dell'UE in materia di progresso sociale  

A distanza di un anno dalla proclamazione del pilastro europeo dei diritti sociali , rimane un interrogativo cruciale: come mantenere le promesse sottoscritte dai capi di Stato e di governo al vertice sociale di Göteborg del novembre 2017? In occasione di una conferenza interistituzionale organizzata il 26 novembre dal Comitato europeo delle regioni (CdR), i rappresentanti delle regioni e delle città hanno ribadito alla commissaria europea Marianne Thyssen che la politica di coesione dell'UE deve continuare a sostenere l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali con il coinvolgimento attivo degli enti locali e regionali.

Karl-Heinz Lambertz , Presidente del Comitato europeo delle regioni, ha dichiarato: "L'UE deve lavorare costantemente per dare più poteri ai suoi cittadini creando posti di lavoro dignitosi, tutelandone la salute e facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro. Il pilastro europeo dei diritti sociali ha rimesso le questioni della protezione sociale e dell'inclusione sociale al centro dell'agenda dell'Unione, ma per ottenere risultati in questo campo è necessario un impegno condiviso a tutti i livelli di governo. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un bilancio europeo ambizioso, con una politica di coesione forte per il periodo successivo al 2020. Le regioni e le città sono pronte a rinnovare l'Europa, ma il taglio o la centralizzazione dei fondi UE - e in particolare del Fondo sociale europeo - rappresenterà un freno alle nostre ambizioni."

Marianne Thyssen , commissaria UE per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha affermato: "Le nostre politiche possono magari venire attuate a livello locale, ma le sfide che dobbiamo affrontare sono di portata europea e persino mondiale. Il Comitato delle regioni assicura questa difficile quadratura del cerchio: ci aiutate a pensare a misura di continente ma ad agire localmente. Il pilastro europeo dei diritti sociali funziona allo stesso modo, affrontando sfide di portata continentale con un'azione che non è solo a livello europeo, ma anche nazionale, regionale e locale."

Persuaso com'è che i diritti sociali vadano messi su un piano di parità con quelli economici, il CdR ha chiesto di inserire un capitolo sul progresso sociale nei Trattati UE e di adottare obiettivi sociali vincolanti per gli Stati membri. Il Comitato ritiene inoltre che il quadro di valutazione su cui poggia il pilastro europeo dei diritti sociali debba includere una serie di dati territoriali per tener conto delle disparità regionali. Le regioni e le città chiedono anche un'ampia mobilitazione per le competenze e l'istruzione volta a promuovere gli investimenti in capitale umano e a far meglio coincidere le competenze dei lavoratori e la domanda del mercato del lavoro.

José Ignacio Ceniceros (ES/PPE), presidente della commissione Politica sociale, istruzione, occupazione, ricerca e cultura del CdR (SEDEC) e Presidente della Comunità autonoma della Rioja, ha osservato: "Le disparità sociali ed economiche tra le regioni europee e al loro interno sono la causa di drammatiche trasformazioni demografiche, fughe di cervelli, movimenti migratori e populismo. Dotato di finanziamenti adeguati e sorretto da una forte volontà politica, il pilastro sociale può diventare un'arma contro la disuguaglianza e l'emarginazione e offrire ai meno fortunati tra di noi la formazione e le competenze necessarie per riuscire a muoversi in un mercato del lavoro competitivo e assumere un ruolo di membri attivi e produttivi nelle proprie comunità."

Heinz-Joachim Höfer (DE/PSE), sindaco di Altenkirchen e relatore del CdR sul tema del pilastro europeo dei diritti sociali, ha dichiarato: "Per trasformare i principi sanciti dal pilastro sociale in una realtà per tutti i cittadini europei, ci aspettiamo che la Commissione europea si dia traguardi molto più ambiziosi e passi rapidamente all'azione. Siamo ancora in attesa di una strategia UE per un'offerta di alloggi a prezzi accessibili, di un piano europeo di lotta alla povertà che riduca il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale, e di misure idonee per tutelare i lavoratori delle piattaforme digitali. Persino più preoccupante è il fatto che i tagli di bilancio previsti nel periodo 2021-2027, ad esempio per il Fondo sociale europeo, possano ostacolare la piena realizzazione degli obiettivi del pilastro, in particolare nelle regioni con maggiori ritardi."

La relatrice del Parlamento europeo sul pilastro sociale Maria João Rodrigues (PT/S&D) ha poi sottolineato che "il prossimo bilancio dell'UE deve mantenere le promesse fatte al vertice di Göteborg, vale a dire costruire un'Europa più equa e rafforzare la dimensione sociale dell'Unione prima delle elezioni europee del 2019. Gli enti locali e regionali dovrebbero essere adeguatamente coinvolti nell'elaborazione e nell'attuazione dei futuri programmi di bilancio, e la loro conoscenza specifica delle esigenze dei territori ne fa dei partner speciali per un'efficace realizzazione del pilastro sociale."

In rappresentanza della presidenza austriaca del Consiglio dell'UE, il consigliere principale Andrä Ruppechter ha evidenziato come la spinta verso la convergenza economica e sociale possa accrescere la stabilità e la produttività dell'economia europea.

Luca Jahier , Presidente del Comitato economico e sociale europeo (CESE), ha tratto le seguenti conclusioni: " Il CESE e il CdR devono unire le loro forze se vogliamo che il pilastro sociale realizzi i suoi obiettivi per il benessere di tutti i cittadini. I nostri due Comitati sono nella posizione migliore per valutarne l'attuazione tanto dal punto di vista dei territori quanto nella prospettiva della società civile. È per noi urgente agire per superare le diseguaglianze fonti di divisione e per apportare il cambiamento a cui i cittadini anelano."

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Per saperne di più:

Per il prossimo periodo di bilancio 2021-2027 la Commissione europea propone una versione più flessibile e semplificata dell'attuale Fondo sociale europeo risultante dalla fusione di una serie di fondi e programmi in vigore. Il nuovo Fondo sociale europeo Plus sosterrà i principi del pilastro europeo dei diritti sociali e l'attuazione delle raccomandazioni formulate nell'ambito del semestre europeo, ma dovrebbe comportare anche una diminuzione di circa il 6 % del livello globale dei finanziamenti. Nel progetto di parere sul FSE+ , la cui adozione è prevista alla sessione plenaria di dicembre (relatrice: Susana Díaz Pacheco (ES/PSE), Presidente della Comunità autonoma dell'Andalusia), il CdR avverte che l'accentramento della gestione del Fondo non deve andare a danno degli enti locali e regionali.

Contatti stampa:

Lauri Ouvinen

Tel. +32 22822063

lauri.ouvinen@cor.europa.eu

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