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Le città e le regioni chiedono una nuova legge dell'UE sugli oceani per proteggere l'ambiente marino, ridurre l'inquinamento e frenare la perdita di biodiversità  

Il CdR sottolinea che gran parte della legislazione ambientale dell'UE – comprese la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino e le direttive sulla tutela della natura – non è stata attuata in misura sufficiente.

Il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha presentato una serie di proposte volte a proteggere l'ambiente marino e a ripristinare gli ecosistemi oceanici. Il CdR chiede una nuova legge dell'UE sugli oceani che definisca un percorso di lungo periodo con obiettivi e scadenze misurabili per garantire la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini. I leader locali e regionali propongono un fondo per gli oceani per decarbonizzare il trasporto marittimo, e chiedono la soppressione dell'esenzione per i combustibili utilizzati nella pesca nella direttiva sulla tassazione dell'energia. Il CdR invita inoltre la Commissione a proporre norme nuove e innovative sugli obblighi in materia di quote di azoto e fosforo riciclati sul mercato dell'UE, nel quadro degli sforzi tesi a ridurre la dispersione dei nutrienti nei mari dell'UE, a porre fine alla proliferazione delle alghe e alla diffusione delle "zone morte".

Gli oceani si trovano ormai in condizioni di inquinamento ambientale irreversibili. I trasporti marittimi internazionali, l'eccessivo traffico di imbarcazioni, l'edilizia urbana, la produzione industriale, l'agricoltura e la produzione di energia hanno tutti un impatto sulla qualità delle acque, sui mari e sulla biodiversità marina. Gli oceani del pianeta sono inondati di plastica, inquinanti chimici e rifiuti di fertilizzanti agricoli, e la crescente pressione dello sviluppo urbano e del turismo sulle coste incide pesantemente sugli ecosistemi marini e sulla biodiversità.

In un contesto siffatto, il CdR ha adottato un parere elaborato dalla relatrice Emma Nohrén (SE/Verdi). Secondo Nohrén, che è vicesindaca del comune svedese di Lysekil, " gli oceani e il clima sono due facce della stessa medaglia! Non si può regolamentare il clima senza oceani sani. La legge sul clima deve pertanto essere integrata da una legge sugli oceani, che stabilisca obiettivi e scadenze per migliorare l'ambiente marino. L'inquinamento degli oceani è un problema globale, eppure le comunità locali e regionali sono quelle che sopportano gli oneri maggiori. Dobbiamo avviare azioni per liberare il potenziale inutilizzato degli enti territoriali subnazionali al fine di proteggere l'ambiente marino dell'UE, creando al tempo stesso occupazione e rilanciando l'economia. Ormai non possiamo più aspettare. L'UE deve essere in prima linea nella transizione verde, come previsto dal Green Deal europeo ".

Il CdR sottolinea che gran parte della legislazione ambientale dell'UE – come la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino e le direttive sulla tutela della natura – non è stata attuata in misura sufficiente, come indicato dalla Corte dei conti . Ora che si è concluso il primo ciclo di attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, il CdR sottolinea che, senza valori soglia definiti od obiettivi chiari, ambiziosi e misurabili, non saranno mai realizzati passi avanti, ed esorta a definire tali obiettivi senza ulteriori indugi.

Il CdR invita la Commissione europea a elaborare norme che consentano agli Stati membri di integrare gli enti locali e regionali nella procedura di consultazione e nel processo di individuazione, progettazione e pianificazione delle misure, chiarendo le responsabilità di ciascun attore e promuovendo un maggiore impegno per attuare con successo la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino dell'UE.

Il CdR chiede inoltre che la Commissione europea istituisca una task force europea sulla biodiversità marina per il 2030 , composta da responsabili di progetti ambientali che assistano e consiglino le autorità subnazionali nella pianificazione dei progetti e nell'accesso ai fondi dell'UE per arrestare l'inquinamento marino e ripristinare gli ecosistemi oceanici.

In linea con la legge europea sul clima recentemente adottata, le città e le regioni chiedono una nuova legge dell'UE sugli oceani che definisca un percorso di lungo periodo per garantire la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini, e appoggiano la proposta del Parlamento europeo d'istituire un fondo per gli oceani con l'obiettivo di decarbonizzare il trasporto marittimo e di utilizzare il 20% delle entrate del fondo per proteggere, ripristinare e gestire meglio tali ecosistemi.

Per arrestare la crescente eutrofizzazione dei mari dell'UE, il CdR invita la Commissione europea a sgombrare il cammino e a proporre obblighi in materia di quote di nutrienti riciclati nei fertilizzanti sul mercato dell'UE, in quanto parte del più ampio contesto dell'economia circolare. Il CdR sottolinea che il fosforo e l'azoto sono essenziali per la produzione alimentare e che il fosforo è incluso nell'elenco UE delle materie prime essenziali.

L'assemblea dei rappresentanti locali e regionali dell'UE sostiene gli obiettivi e i traguardi di protezione della biodiversità indicati nel Green Deal europeo e nella strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 . Ma esorta anche la Commissione europea a includere nel suo piano d'azione, che sarà pubblicato entro la fine del 2021, obiettivi chiari e misurabili, corredati delle relative scadenze, per la conservazione delle risorse ittiche e la protezione degli ecosistemi marini.

Il CdR è fortemente preoccupato per la scarsa protezione e l'insufficiente monitoraggio e controllo forniti nelle attuali aree marine protette dell'UE . Secondo l' Agenzia europea dell'ambiente , nell'UE meno dell'1% di queste aree è pienamente protetto. Il CdR sostiene fermamente la proposta della Commissione europea di creare una rete di aree marine protette che copra il 30% dei mari dell'UE, con una protezione che includa anche restrizioni alla pesca e ad altre attività economiche. I leader locali e regionali sottolineano la necessità che il 10% dei mari dell'UE benefici di un livello di protezione elevato, anche mediante l'introduzione di zone di riserva integrale.

Il CdR propone l'istituzione di un' "Accademia oceanica dell'UE" , composta da giovani studiosi di tutti gli Stati membri, che promuova e diffonda buone pratiche e nuove conoscenze volte a sensibilizzare all'importanza della salute degli oceani.

Per contrastare l'inquinamento da plastica, i membri del CdR invitano tutti gli Stati membri a introdurre sistemi di vuoto a rendere su cauzione per i contenitori di plastica per bevande, e chiedono alla Commissione europea di garantire la compatibilità dei diversi sistemi nazionali. Ciò consentirebbe di compiere un passo fondamentale verso un mercato unico degli imballaggi. Il CdR invita inoltre la Commissione europea a vietare tutti i nuovi riempimenti granulari per i campi sportivi, con un periodo di transizione di sei anni, nonché a includere le nanoplastiche e i polimeri biodegradabili e solubili nell'ambito di applicazione delle misure normative volte a ridurre le microplastiche aggiunte intenzionalmente, misure attualmente in fase di negoziazione all'interno dell'UE.

Il CdR osserva che tariffe portuali differenziate in base a criteri ambientali possono rappresentare, per le regioni costiere, un modo efficiente di migliorare l'ambiente e ridurre le emissioni nell'aria e nell'acqua, nonché i rifiuti e il rumore; e invoca un divieto di scarico delle acque reflue da scrubber all'interno dell'UE.

Infine, il CdR ribadisce che il principio "chi inquina paga" dovrebbe essere al centro della legislazione dell'UE in materia di ambiente marino e si congratula con la Commissione europea per avere reso accessibile al pubblico il suo portale web dedicato all'ambiente marino .

Il progetto di parere è stato presentato nella sessione plenaria del CdR svoltasi il 5, 6 e 7 maggio 2021. 

Contesto:

In questa intervista la relatrice Emma Nohrén (SE/Verdi) risponde a cinque domande sul ruolo degli enti locali e regionali nella protezione dell'ambiente marino.

Adottata il 17 giugno 2008, la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino ha l'obiettivo di proteggere in modo più efficace tale ambiente in tutta Europa. Per aiutare gli Stati membri ad attuare la direttiva quadro, la Commissione europea ha elaborato una serie di criteri e di norme metodologiche dettagliati relativi al buono stato ecologico delle acque marine, che sono poi stati riveduti e ridefiniti nel 2017, con una nuova decisione della Commissione . La biodiversità è uno dei settori strategici chiave del piano d'azione previsto dal Green Deal europeo , la tabella di marcia presentata alla fine del 2019. Nel maggio 2020 la Commissione europea ha adottato la strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 , con l'obiettivo di arrestare il declino della biodiversità e riportare la natura nella nostra vita. 

Il parere intitolato Gli enti locali e regionali e la protezione dell'ambiente marino rientra nelle competenze del gruppo di lavoro Green Deal a livello locale (GDGL) del CdR. Costituito nel giugno 2020 e composto da 13 rappresentanti eletti a livello locale e regionale , il gruppo di lavoro GDGL ha l'obiettivo di far sì che le città e le regioni dell'UE siano direttamente coinvolte nella definizione, nell'attuazione e nella valutazione delle numerose iniziative condotte nel quadro del Green Deal europeo, la strategia di crescita sostenibile dell'UE per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Ogni anno viene scaricata negli oceani una quantità di plastica compresa tra 4,8 e 12,7 milioni di tonnellate. La plastica costituisce il 75% dei rifiuti che finiscono in mare, ed è imperativo ridurre i rifiuti marini.  Nota informativa del Parlamento europeo (2019).

Contatto per la stampa:

David Crous

Tel. +32 (0)470 88 10 37

david.crous@cor.europa.eu

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