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Turismo e affitti brevi: a regioni e città europee servono norme più trasparenti  

Leader locali a confronto con rappresentanti delle istituzioni UE e Airbnb su rischi e opportunità delle piattaforme digitali. Il relatore Ciambetti: "nuove regole UE devono aiutarci a contrastare lo svuotamento delle città d'arte e a promuovere la scoperta delle comunità rurali".

Negli ultimi anni, gli affitti di alloggi a breve termine hanno conosciuto un'enorme crescita grazie all'ascesa delle piattaforme online, e oggi rappresentano quasi un terzo dell'offerta totale di alloggi turistici nell'UE.Durante la stagione estiva 2022, in Italia sono state prenotate oltre 38 milioni di notti attraverso le maggiori piattaforme online, con un aumento del 6.7% rispetto al 2019. È il terzo dato più alto nell'Unione europea dopo quelli di Francia (oltre 58 milioni) e Spagna (circa 45 milioni). Nel corso di un dibattito promosso dalla commissione Risorse naturali del Comitato europeo delle regioni (CdR), i leader locali e regionali hanno analizzato le implicazioni per i territori di un settore che, nel corso degli anni, ha creato opportunità per viaggiatori, PMI ed economie locali, soprattutto nelle zone rurali, ma ha anche sollevato preoccupazioni nelle grandi città a causa di una crescente domanda di alloggi a prezzi accessibili e flussi turistici eccessivi.

Libero accesso ai dati e trasparenza per dare a ogni territorio, dalle grandi città alle comunità rurali, gli strumenti necessari per trovare il giusto equilibrio nella regolamentazione delle piattaforme online di affitti a breve termine come Airbnb. Sono queste le richieste principali che le città e le regioni europee hanno rivolto alle istituzioni dell'UE che stanno attualmente elaborando l'attesa nuova normativa sugli affitti a breve termine.

Istanze e preoccupazioni dei leader locali sono state raccolte in una bozza di parere adottata durante la riunione. Il relatore Roberto Ciambetti (IT/ECR), Presidente del Consiglio regionale del Veneto, ha sottolineato che "gli affitti a breve termine sono emersi rapidamente negli ultimi tempi, offrendo importanti opportunità sia per i proprietari che per i viaggiatori, senza dimenticare tutti gli operatori professionali e le piattaforme di gestione del mercato online. Il Veneto è la regione più turistica d'Italia, con oltre 70 milioni di presenze l'anno. Di queste, quasi un quarto proviene da alloggi con affitti a breve termine. In regione contiamo circa 40mila alloggi usati per affitti brevi, per questo è importante per le autorità locali l'acceso ai dati, in modo da fare scelte normative e politiche con cognizione di causa. Si tratta di una grande opportunità. Il nuovo quadro normativo dell'UE deve contribuire a promuovere un ecosistema turistico più equilibrato. Va salvaguardato il tessuto socio-economico locale, evitando fenomeni come la gentrificazione e lo svuotamento dei centri storici delle città d'arte, ma allo stesso tempo incoraggiando i viaggiatori a guardare maggiormente ai centri più piccoli e alle comunità rurali".

La parlamentare europea Kim Van Sparrentak (NL/Greens), appena nominata relatrice del nuovo regolamento europeo sugli affitti di alloggi di breve durata, ha partecipato al dibattito spiegando che l'obiettivo del lavoro del Parlamento è che le amministrazioni locali "possano riprendere il controllo delle loro città" e che le grandi piattaforme di affitto a breve termine dovrebbero prendere in considerazione le conseguenze della loro attività sul mercato immobiliare locale.

Emmanuel Marill, direttore di Airbnb per Europa, Medio Oriente e Africa, ha sottolineato che in Europa ci sono 1,3 milioni di persone (host) che affittano le loro case tramite la piattaforma online, di cui quasi 1 milione ha una sola proprietà in affitto. Marill ha dichiarato che Airbnb è a favore di una maggiore regolamentazione in materia di trasparenza e condivisione dei dati, e che a partire dalla pandemia l'azienda ha registrato una crescita massiccia di alloggi in affitto fuori dai grandi centri urbani. Tuttavia, ha avvertito che - a suo avviso – i vantaggi positivi per l'Europa in termini di spostamento dei flussi turistici verso le aree rurali potrebbero essere compromessi da norme troppo restrittive, che escluderebbero i privati cittadini dal mercato.

La logica che ha portato alla proposta di un nuovo regolamento UE sulla condivisione dei dati per gli affitti a breve termine è stata ricordata dalla rappresentante della Commissione europea, Amaryllis Verhoeven (DG GROW): le norme proposte affrontano la questione della trasparenza attraverso un quadro di governance legale, al fine di rendere la condivisione dei dati il più semplice possibile ma anche il più efficace possibile. Una migliore trasparenza porta a un migliore processo decisionale, ha detto, e il nuovo quadro dovrebbe funzionare non solo per le grandi aziende ma anche per le più piccole, dato che ci sono circa 700 piattaforme attive nel mercato europeo degli affitti a breve termine.

Contesto:

I dati mostrano che nel 2022 il settore turistico si è ripreso in modo significativo dopo la pandemia. Durante i primi nove mesi dello scorso anno, 450 milioni di notti sono state trascorse in alloggi prenotati attraverso una delle quattro principali piattaforme online di economia collaborativa (Airbnb, Booking.com, Expedia Group, Tripadvisor), rappresentando un aumento del 57,4% rispetto al 2021.

Il Veneto, insieme a Lombardia, Toscana e Lazio, è fra le regioni italiane dove i turisti hanno effettuato il maggior numero di prenotazioni usando le piattaforme online: fra 2 e 4 milioni di notti (dati Eurostat aprile-giugno 2022).

Nel novembre 2022 la Commissione europea ha presentato l'attesa proposta di regolamento per la raccolta e la condivisione dei dati relativi ai servizi di affitto di alloggi a breve termine. La proposta, inizialmente prevista per il primo semestre dello scorso anno, è stata presentata dopo una consultazione pubblica che ha raccolto un numero particolarmente elevato di risposte.

I membri del CdR hanno già evidenziato le preoccupazioni degli enti locali e regionali in materia di affitti di alloggi per brevi periodi attraverso due pareri: quello sulla Legge sui servizi digitali e sui mercati digitali del relatore Rodi Kratsa (EL/PPE), adottato nel giugno 2021, e quello sull'Economia collaborativa del relatore Peter Florianschütz (AT/PSE), adottato nel dicembre 2019.

L'adozione del parere "Bilanciare le esigenze delle comunità locali, degli imprenditori e dei viaggiatori legati agli affitti a breve termine", elaborato da Roberto Ciambetti, è prevista per la sessione plenaria del CdR del marzo 2023.

Contatto stampa:

Matteo Miglietta

Tel. +32 (0) 470 89 53 82

matteo.miglietta@cor.europa.eu

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