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L'impegno dell'UE per la pulizia dei mari fa bene all'economia  
I politici locali e regionali appoggiano le proposte per aggiornare e semplificare gli sforzi volti ad aumentare il volume dei rifiuti delle navi conferiti negli impianti portuali

Le regioni e le città dell'Unione europea sostengono i piani di riduzione della plastica e dei combustibili scaricati in mare, evidenziando che regole chiare, un'applicazione coerente e tariffe moderate aiuterebbero i porti e le navi a mantenere puliti i mari. L'appoggio del Comitato europeo delle regioni ai piani dell'UE si basa anche su considerazioni economiche, in quanto i cambiamenti proposti aiuterebbero il turismo e contribuirebbero allo sviluppo di un'economia circolare.

Le raccomandazioni formulate dall'assemblea dell'UE dei politici locali e regionali rappresentano un contributo al dibattito su un aggiornamento significativo delle regole dell'UE, che vengono allineate alla convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento causato da navi ("convenzione MARPOL"), migliorandone l'applicazione e trattando in un quadro unico le regole per le navi e i porti. La revisione s'inquadra negli sforzi più ampi della Commissione europea diretti a rendere la legislazione europea più semplice e meno costosa.

Spyros Spyridon (EL/PPE), relatore del CdR sul tema Porti puliti, mari puliti - Impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi , ha dichiarato: "Mari puliti vogliono dire sviluppo economico sostenibile, in particolare nel settore turistico, centrale per l'economia della Grecia e molto importante per molti altri paesi dell'UE. Le navi dovrebbero essere obbligate a conferire i rifiuti nei porti marini ed è necessario che tutti i porti abbiano la capacità di gestire i rifiuti a costi ragionevoli. La sfida consiste nel creare incentivi per il conferimento in porto, senza gravare le navi con oneri finanziari, procedure aggiuntive o altre disposizioni dispendiose in termini di tempo. Complessivamente le proposte della Commissione raggiungono questi obiettivi. Inoltre, esse semplificano e chiariscono le regole e, in tal senso, dovrebbero eliminare molte degli elementi di ambiguità esistenti per gli operatori, le autorità portuali e i gestori dei rifiuti."

Spyros Spyridon, membro della delegazione greca al CdR in rappresentanza della regione Attica, ha aggiunto: "Riteniamo che vi sia urgente bisogno di trattare i rifiuti in plastica e vogliamo che nella direttiva siano inclusi i residui dei sistemi di depurazione dei gas di scarico, cosa che finora non avviene. Altre sfide da affrontare sono la flessibilità, le tariffe e l'applicazione. Nella gestione dei porti vi sono molti aspetti che riguardano la dimensione locale e regionale e non vi dovrebbe essere un'imposizione accentrata delle tariffe per il conferimento dei rifiuti. La Commissione è chiaramente consapevole del fatto che vi è bisogno di flessibilità e ciò è molto positivo. È però necessaria anche un'applicazione rigorosa, per evitare la concorrenza sleale e la scelta dei porti più convenienti (port-shopping). Ne consegue pertanto la necessità di un unico quadro per le sanzioni, sulle quali occorre richiamare in modo molto chiaro l'attenzione degli operatori e dei porti."

Il relatore Spyridon ha proseguito spiegando che il CdR, pur critico verso le proposte perché non si occupano di come sia possibile ridurre i rifiuti e di alcune questioni tecniche, auspicherebbe che l'UE si impegnasse a estendere l'influenza della legislazione, in modo che i porti ubicati nei bacini marittimi e nelle regioni vicine dell'UE siano indotti a conformarsi volontariamente agli stessi obblighi.

L'adozione del parere , emendato in alcuni punti, è avvenuta all'unanimità.

Contatti stampa:

Andrew Gardner

Tel. +32 473 843 981

andrew.gardner@cor.europa.eu

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