Cliccare qui per ottenere una traduzione automatica del testo sottostante.
L'UE non deve lasciare sole le regioni e le isole bulgare e greche in prima linea nella nuova crisi migratoria, avverte il Presidente del CdR Tzitzikostas  
​La crisi migratoria alla sessione plenaria di marzo del Comitato europeo delle regioni

Dichiarazioni del Presidente del Comitato europeo delle regioni, Apostolos Tzitzikostas:

Decine di migliaia di migranti e rifugiati sono indotte a lasciare la Turchia per raggiungere l'Europa attraverso le frontiere europee della Grecia e della Bulgaria.

Pur comprendendo le ragioni umanitarie che spingono migliaia di persone a lasciare le proprie case per sfuggire alla guerra e agli abusi, l'UE non deve lasciare sole le regioni e le isole bulgare e greche in prima linea in questa nuova crisi migratoria.

I cittadini europei di queste comunità, che hanno già sofferto per la crisi economica e sociale degli ultimi anni, non devono sentirsi soli e abbandonati proprio nel momento in cui hanno più bisogno della solidarietà europea.

Queste nuove ondate migratorie non sono questioni nazionali greche o bulgare, ma questioni europee, che riguardano tutti i cittadini europei, di tutti gli Stati membri e di tutte le regioni e città del continente.

L'Europa deve trarre insegnamenti dai suoi errori passati e agire in modo coordinato, rapido e concreto, per alleviare il peso che grava sulle comunità locali.

Prendo atto con soddisfazione della presenza della leadership dell'UE quest'oggi alle frontiere esterne dell'Unione. Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, insieme al primo ministro greco Mitsotakis, stanno effettuando oggi una visita sull'Evros, e lanciano così un forte messaggio di solidarietà. È ora di agire e di adottare misure concrete.

Chiedo pertanto alle istituzioni e agli Stati membri dell'UE di intervenire in sei settori prioritari:

1) Invito la Commissione europea a impiegare più personale di Frontex e dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo in tutte le regioni e isole che si trovano in prima linea. Le guardie di frontiera, il personale e gli esperti dell'UE devono alleviare la pressione che grava in questo momento sulle autorità nazionali e regionali.

2) Chiedo alle istituzioni e agli Stati membri dell'UE di concedere un'assistenza finanziaria mirata dell'UE agli enti locali e regionali delle zone colpite, per ridurre gli oneri derivanti dalla crisi migratoria.

3) Confido che tutti gli Stati membri daranno prova di senso della responsabilità e condivideranno l'onere della crisi migratoria, cosa più necessaria che mai. Solo la ridistribuzione dei richiedenti asilo e dei rifugiati tra tutti i paesi dell'UE può rispondere alla pressante richiesta, da parte della nostra cittadinanza, di una reale solidarietà europea. Invito l'attuale presidenza croata dell'UE e il Presidente del Consiglio dell'UE ad agire immediatamente.

4) Chiedo alla Commissione europea di rivedere le sue politiche sugli accordi di riammissione con i paesi di origine dei migranti. Essa deve ricorrere a tutti i mezzi a sua disposizione, inclusa la condizionalità sugli aiuti allo sviluppo e i negoziati sugli accordi commerciali, per garantire che i migranti privi di un diritto legale a soggiornare in Europa siano rimpatriati nei paesi d'origine.

5) Invito le istituzioni europee a garantire il pieno rispetto dell'accordo UE-Turchia.

6) Chiedo agli Stati membri di trovare rapidamente un accordo sulla riforma del regolamento di Dublino, come già richiesto dal Parlamento europeo.

Come Presidente del Comitato europeo delle regioni, e a nome di tutti gli enti regionali e locali dell'UE, metterò questo tema molto serio all'ordine del giorno della nostra sessione plenaria di marzo.  

Portavoce del Presidente:

Michele Cercone

Tel. +32 (0)498 98 23 49

Michele.Cercone@cor.europa.eu

Condividi :