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Regioni e città chiedono all'UE più sostegno nella prevezione delle catastrofi  

L'Unione europea dovrebbe rafforzare il ruolo delle comunità e dei governi locali nella risposta di emergenza alle catastrofi, secondo le raccomandazioni adottate il 16 maggio dal Comitato europeo delle regioni, che ha anche insistito sulla necessità di aumentare ulteriormente l'attenzione rivolta alla prevenzione delle catastrofi.

L'azione a livello di Unione europea deve essere incentrata sul coordinamento e sul sostegno delle iniziative degli Stati membri e dei loro enti locali e regionali, piuttosto che sulla centralizzazione delle competenze in ambito UE, ha inoltre raccomandato l'Assemblea dei rappresentanti politici locali e regionali, sottolineando altresì che gli interventi operati dalle comunità locali rappresentano spesso il modo più rapido ed efficace di limitare i danni causati da una catastrofe.

Le raccomandazioni sulla Revisione del meccanismo unionale di protezione civile sono state formulate da Adam Banaszak (PL/ECR), vicepresidente del consiglio regionale della Cuiavia-Pomerania.

Banaszak ha dichiarato che: " Le catastrofi non conoscono confini e la loro frequenza e intensità è in aumento. Dobbiamo quindi intensificare i nostri sforzi di coordinamento delle azioni di risposta e di prevenzione. Temo però che l'UE non si stia concentrando abbastanza sull'azione preventiva e sulle risposte da parte della comunità locale. Le nostre infrastrutture devono essere in grado di resistere meglio agli effetti negativi delle catastrofi. Poiché quasi tutte le prime risposte alle catastrofi in Europa sono coordinate dalle comunità locali, dobbiamo collaborare di più con i gruppi di volontari locali ".

Il parere del CdR ha inoltre osservato che molto spesso i livelli di governo locali e regionali conoscono meglio i rischi rispetto al governo centrale o alla Commissione europea.

Nel suo intervento alla sessione plenaria del CdR del 16 maggio, la parlamentare europea Elisabetta Gardini (IT/PPE), relatrice del Parlamento europeo, ha dichiarato: "È giunto il momento per l'UE di dimostrare la propria solidarietà in termini concreti. Dobbiamo quindi ascoltare il 90% dei cittadini che chiede più protezione civile. Attraverso il nuovo meccanismo, possiamo rispondere alla richiesta dei nostri cittadini di maggiore solidarietà con la massima efficienza e con oneri burocratici minimi. Non in teoria ma in pratica".

Il meccanismo unionale di protezione civile, il cui quadro giuridico attuale risale al gennaio 2014, ha due obiettivi fondamentali: contribuire a rafforzare la cooperazione tra l'UE e i paesi partecipanti e facilitare il coordinamento nel settore della protezione civile, al fine di migliorare l'efficacia dei sistemi di prevenzione, preparazione e risposta alle catastrofi naturali e provocate dall'uomo. Il meccanismo è stato ampiamente utilizzato sin dalla sua creazione nel 2001 (in totale 56 volte tra il 2016 e il 2017), sia all'interno che all'esterno dell'UE, ma i dubbi sulla sua capacità di fornire agli Stati membri dell'UE l'aiuto di cui hanno bisogno, o di farlo con sufficiente rapidità, hanno indotto la Commissione europea a proporre una riforma nel novembre 2017.

Banaszak ha accolto con favore la proposta della Commissione di creare una riserva europea di capacità di protezione civile (rescEU), come riconoscimento del fatto che alcune catastrofi naturali vanno oltre le capacità delle autorità nazionali. Allo stesso tempo, ha sottolineato le preoccupazioni di alcuni enti locali e regionali secondo i quali la proposta della Commissione viola il principio di sussidiarietà. Per rispondere a tali preoccupazioni, il CdR ha affermato che la Commissione dovrebbe prendere in considerazione la realizzazione di una valutazione d'impatto della sua proposta.

Il CdR ha inoltre sottolineato che, sebbene l'assistenza alle azioni di risposta sia fondamentale, un'attenzione crescente deve essere rivolta alla resilienza nei confronti delle future catastrofi. Ha poi spiegato che l'azione di miglioramento del meccanismo unionale di protezione civile dovrebbe essere considerata come parte integrante delle iniziative volte ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici. In particolare, ha insistito sulla necessità di creare maggiori sinergie tra il Patto dei sindaci per il clima e l'energia e la campagna Making Cities Resilient ("Rendere le città resilienti"), promossa dall'Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi.

In questi ultimi anni, molti paesi sono stati colpiti dai cambiamenti climatici e da catastrofi sociali, ambientali ed economiche, sia naturali che provocate dall'uomo. Nel 2017, 200 persone hanno perso la vita a causa di calamità naturali in Europa. Anche i costi economici sostenuti sono stati notevoli: nel 2016 l'Europa ha registrato perdite per quasi 10 miliardi di euro.

Maggiori informazioni sul meccanismo di protezione civile

Contatto stampa

Wioletta Wojewodzka

Tel. +32 2 282 2289

wioletta.wojewodzka@cor.europa.eu

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